
Innovazione
Aiuti di Stato per le Tecnologie Pulite nell'UE
cepStudio
Il cep ha analizzato oltre 2.000 decisioni sugli aiuti di Stato dell’UE e 250.000 assegnazioni individuali, con un risultato sconfortante: le pratiche europee in materia di aiuti di Stato sono poco innovative. La stragrande maggioranza degli aiuti è ancora costituita da sovvenzioni a fondo perduto o sgravi fiscali. Strumenti intelligenti per l’assorbimento del rischio, come le garanzie sui prestiti, rimangono un’eccezione.
«I molteplici rischi legati alla transizione verde richiedono un ripensamento del finanziamento tecnologico. La nostra analisi mostra che agli aiuti di Stato europei manca creatività nella scelta degli strumenti», spiega l’economista del cep André Wolf, autore dello studio insieme ad Anselm Küsters. Il deficit è particolarmente evidente nella composizione tecnologica: sotto lo slogan “clean tech”, gli Stati membri promuovono principalmente tecnologie su larga scala come l’espansione delle reti o i progetti nucleari. Settori orientati al futuro, come l’idrogeno, la tecnologia delle batterie o la cattura del CO₂, hanno finora avuto un ruolo marginale.
C’è ancora tempo per un cambio di rotta. Il cep considera la riforma prevista del quadro degli aiuti di Stato per le tecnologie pulite un’opportunità chiave. Per superare le prassi consolidate e le dipendenze politiche attuali, l’Europa ha bisogno di politiche di sostegno tecnologicamente aperte, attente al rischio e basate su dati concreti. «L’Europa è a un punto di svolta: sebbene i nostri dati mostrino una chiara concentrazione sulle tecnologie infrastrutturali consolidate, la competizione globale – in particolare con Stati Uniti e Cina – richiede una diversificazione più audace delle strategie di finanziamento», avverte Anselm Küsters, esperto di digitalizzazione del cep.
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State Aid for Clean Technologies in the EU (pubblicizzato 12.06.2025) | 2 MB | Download | |
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